lunedì 27 aprile 2015

Il marketing e l'ambientalismo

...due aspetti dopotutto molto diversi; eppure.

L'idea mi è frullata in mente quando ho scoperto cosa sia una ebike e come venga presentata. La ebike è una bicicletta elettrica che alleggerisce il carico nella pedalata per agevolare l'utilizzatore e minimizzare lo sforzo.

La ebike è una bicicletta elettrica, ed effettivamente non è un'auto elettrica.

L'auto elettrica è "intelligente", perché riduce le emissioni inquinanti in città e rende più salubre l'aria che si respira. Su questo però devo dire che la comunicazione deve migliorare, perché oggi in Italia, ancora troppa gente lascia l'auto non elettrica in sosta con il motore acceso senza pensare che quello che esce dal tubo di scappamento è un insieme di polveri sottili, anidribe carbonica, vapore acqueo e prodotti di combustione nocivi. Tutti però sono d'accordo sul fatto che l'auto elettrica è una gran bella invenzione perché riduce l'inquinamento urbano.

La ebike cosa riduce?

Nulla se non la fatica del ciclista. Non riduce il consumo di calorie, perché assiste lo sforzo e fa risparmiare fatica, non riduce le emissioni nell'atmosfera perché la bicicletta tradizionale, quella del diciannovesimo secolo, non produce alcuna emissione, se non l'odore di sudore del pedalatore.

La ebike con grande probabilità inquina!

Certo potrebbe essere alimentata da una centrale elettrica da fonte rinnovabile, ma con ogni probabilità non avremo una pala eolica da giardino, un pannello fotovoltaico personale, una pompa di calore geotermica in cortile.
La stragrande maggioranza dell'energia è prodotta con fonti fossili, e per produrre l'energia elettrica contenuta nelle batterie del biciclo, e trasferita dal motore al pedale nell'azione di assistenza alla pedalata, da qualche parte del mondo c'è una centrale elettrica a carbone, gas o nucleare che produce scorie o anidride carbonica e inquina l'aria del vicino.

E qui arriva il marketing

Perché sfruttando l'atavica pigrizia del consumatore medio, il marketing non presenta la bicicletta elettrica come alternativa alla assolutamente non inquinante bicicletta, bensì come alternativa a tutto ciò che inquina di più.
Il pigro medio riterrà, in maniera del tutto acritica, di essere un benefattore del pianeta e anzi, giustificando così la propria scelta inizierà una crociata, pigra, per la diffusione della ebike.
Magari questa crociata diventerà tendenza, poi moda e in men che non si dica tutti gli utlizzatori di antiche biciclette diverranno possessori di mezzi di locomozione green.

E così nella calda coperta delle nostre convinzioni, aumenteremo la necessità di energia "pulita" costruiremo centrali eoliche non inquinanti, pannelli fotovoltaici ecologici, turbine idroelettriche; le costruiremo con altoforni e stabilimenti siderurgici azionati da fonti green, ma che producono scorie reali.

Ogni modificazione del sistema pianeta è un'azione antiecologica

Pur senza scomodare il gatto di Schrödinger, possiamo affermare che nulla di quello che facciamo è realmente senza conseguenze. Dovremmo soltanto mettere una mano sul viso prima che sul portafogli e pensare un po' di più, prima di lasciarci rapire dal demone del marketing.

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