giovedì 17 luglio 2014

Il potere della tecnologia intelligente

In questi ultimi anni la tecnologia informatica ha iniziato ad accelerare secondo la forma geometrica del progresso.

Il marketing e la popolarizzazione della tecnologia hanno però portato in auge ciò che si può far corrispondere al VHS del nuovo millennio, il touch screen


Appare chiaro che la strategia "alla Jobs" è quella di rendere sempre più popolare la sua invenzione, di rendere minimale quel suo sogno di ragazzo degli anni settanta.

Ognuno ha il proprio personal computer, anzi device

Non possiamo fare a meno di girare inebetiti con un uno smart-qualcosa per sopperire alla nostra sempre minore necessità di intelligenza; e mi ritornano alla mente le critiche che si narra Socrate muovesse alla scrittura per la sua capacità di limitare l'esercizio della memoria e quindi della cultura.

L'intelligenza artificiale pensa per quella umana?

Neppure per scherzo, le applicazioni informatiche, le apps, sono appunto qualcosa che viene applicata, non di certo qualcosa che agisce autonomamente.
La facilità di calcolo dei nuovi sistemi tascabili, non a caso i computer venivano chiamati calcolatori, rendono questa parvenza di intelligenza che in realtà non è altro che una lunghissima sequenza di operazioni il più delle volte elementari.

L'intelligenza sta nella scelta, come sempre.

E' realmente smart chi istruisce i calcolatori, chi sa interpretare o condurre le necessità e a tal fine crea algortmi logici che permettano semplificazioni materiali.
Ciò che realmente è cambiato non è il mondo o il modo di pensare, ma il numero di operazioni al minuto che si possono eseguire.
In pratica questa semplificazione tecnologica, questa idea che sia tutto più facile e immediato, non è altro che una estrema complicazione che sfugge alla nostra comprensione.

E così ci troviamo tecnologicamente avanzanti, a toccare schermi intelligenti mentre la scomparsa di menu di scelta non ci lascia che reazioni indotte come quelle di una scimmietta da laboratorio.
E' davvero questo ciò che immaginavamo dall'era della comunicazione?


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