mercoledì 29 gennaio 2014

Lo stato minimo è scomparso

La teoria liberale dello stato minimo in Italia non attecchisce...
come peraltro non attecchì lo stato totalitario...
e come non ha attecchito lo stato socialista...
men che meno lo stato democratico.

In Italia non attecchisce alcun sistema di governo.

Giustino Fortunato nel 1919 diceva degli Italiani «...venticinque milioni di persone senza disciplina», Mussolini qualche anno dopo disse «Non è difficile governare gli Italiani, è impossibile».
Nessuno li ha mai smentiti.

In questa nouvelle vague di liberalismo internazionale ci muoviamo oggi, con le nostre istituzioni datate, la nostra Costituzione invecchiata, la nostra classe politica assolutamente impreparata, tanto da lasciare spazio ai dilettanti senza neppure farli troppo sfigurare.

Cosa resta dell'Italia? Dov'è la "società civile", dov'è la "comunità sociale", dove sono i cittadini?

E così, senza neppure essercene accorti, ci troviamo in un sistema economico del tutto diverso da quello che avremmo immaginato e voluto. In Italia abbiamo pensato potesse esistere uno "Stato distratto" che imponesse norme inattuabili, che perdonasse ogni trasgressore, che in fondo non facesse altro che garantirsi un posto al sole senza entrare troppo nella sfera privata.

E questo abbiamo avuto, all'ennesima potenza.

Per il Sistema italiano, lo stato minimo è oggi una sorta di Far-west in cui chi ne ha, ancora, la possibilità tenta di garantirsi privilegi ed introiti.
Per il Sistema europeo, il contesto istituzionale italiano è un cancro da eliminare, un male da circoscrivere e lasciare morire lentamente.

Così tutto ciò che costituiva il welfare state del novecento sta diventando un servizio pubblico, ad uso e consumo di chi può permettersi di corrispondere la giusta tariffa, in maniera legale o meno.
La corruzione aumenta vertiginosamente e raggiunge livelli che ai tempi di Tangentopoli (17 febbraio 1992) neppure si sarebbero immaginati.

Il Governo è esautorato, il Parlamento è immobilizzato, la Magistratura legifera, gli Enti territoriali sono sommersi di debiti e derivati e non riescono a garantire servizi.

Lo Stato è fallito, ma non c'è nessuno disposto a rifondarlo.
L'Italia è morta.

Torna ad essere un'idea collettiva come fu per secoli prima della sua unificazione politica. L'Italia è una bandiera "regalata" dai Francesi, l'Italia è un vessillo presidenziale preso da quello regalato da Napoleone, l'Italia è una bandiera Europea odiata e temuta perché portatrice, non di valori, ma di soluzioni.

Gli Italiani nella trascrizione di un famoso discorso di Mussolini, sono «Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori di trasmigratori» e questo restano, non sono manager, politici, professori, imprenditori
Gli Italiani non saranno mai un popolo di cittadini.

Nessun commento:

Posta un commento